Si è svolto nella mattinata di oggi presso il “Mapei Stadium – Città del Tricolore” di Reggio Emilia il convegno “A Scuola di Sport”, organizzato da Reggiana e Unimore nell’ambito del progetto SCALE – progetto contro l’abbandono scolastico precoce dei giovani sportivi – sostenuto dall’Unione Europea, dalla UEFA e dalla UEFA Foundation for Children.
L’obiettivo generale dell’incontro è stato quello di mostrare quello che lo Sport potrebbe dare nell’ambito dei processi educativi, individuando nelle discipline sportive qualcosa che piace ai ragazzi e che potrebbe portare ad un apprendimento molto più vero e consapevole. Spesso pensati in antitesi – Scuola e Sport – sono, invece, due aspetti del tutto integrati. Le discipline motorie facilitano i processi cognitivi, stimolano la memoria e potenziano l’effettivo apprendimento delle materie, rendendosi un fattore per niente comprimario nell’ambito della formazione generale.
L’incontro si è svolto in presenza della Dott.ssa Angela Cutillo (Questura di Reggio Emilia), di Raffaella Curioni (Assessore allo Sport del Comune di Reggio Emilia), Andrea Barozzi (Consigliere della Provincia di Reggio Emilia), Mauro Rozzi (Presidente della Fondazione per lo Sport), Valeria Prampolini (Consigliere Fondazione per lo Sport) e Giovanni Verzellesi (Pro Rettore di Unimore).
“Un approccio scientifico allo sport può renderlo uno strumento imprescindibile dei processi educativi – ha detto il professore di Psicologia sociale di Unimore, Loris Vezzali – Oggi questo convegno vuole sottolineare proprio questo, come lo sport possa diventare uno strumento fondamentale per i giovani facendo ingresso dalla porta principale nel mondo della formazione”.
“Molti giovani atleti hanno difficoltà a intraprendere una strada di successo nel contesto scolastico, ritrovandosi così in condizioni professionali precarie – ha continuato Marta Serrano, specialista nei progetti di formazione – Per questo immaginiamo progetti nazionali di innovazione culturale che utilizzano lo sport come strumento per migliorare il coinvolgimento di questi ragazzi nei processi di apprendimento e delle relazioni sociali, con particolare attenzione al lavoro, all’ambiente e alle tecnologie avanzate”.
“La tutela di percorsi formativi nell’ambito di dual career, in fase scolastica o universitaria, rappresenta un fattore protettivo rispetto al drop-out sportivo e successivamente al fine carriera atletico – ha aggiunto Chiara D’Angelo, professoressa dell’Università Cattolica – Ci sono diverse dimensioni metodologiche che possono essere di stimolo rispetto alla progettazione di percorsi di dual career all’interno dei club”.
“Con la giornata di oggi, Reggiana, vuole continuare a testimoniare il suo impegno con e per i giovani costruendo momenti di studio e di riflessione su diverse tematiche relative alle connessioni tra lo sport, l’educazione e l’inclusione – ha aggiunto ai saluti finali il direttore generale della Reggiana, Vittorio Cattani – Siamo qui per parlare nello specifico di relazioni tra la scuola e lo sport che trovano espressione nel progetto SCALE, progetto contro l’abbandono scolastico che insieme ad Unimore e a diversi partner europei Reggiana sta portando avanti”.